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LEXAMBIENTE Rivista giuridica a cura di Luca Ramacci - ISSN 2499-3174
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Ambiente in genere.Concetto di perturbazione e valutazione di incidenza nella direttiva habitat

Dettagli
Categoria principale: Ambiente in genere
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 17 Settembre 2024
Visite: 1132


Consiglio di Stato Sezione V n. 6943 del 2 agosto 2024 
Ambiente in genere.Concetto di perturbazione e valutazione di incidenza nella direttiva habitat

La normativa comunitaria impone agli Stati membri di adottare le opportune misure, al fine di scongiurare il verificarsi di un degrado o di una perturbazione significativi, nonché di evitare qualsiasi peggioramento, causato dall’uomo o di origine naturale prevedibile, degli habitat naturali e degli habitat di specie. Un’attività è conforme all’articolo 6, paragrafo 2, della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, allorché siano vulnerati gli obiettivi di conservazione, a prescindere dalla tipologia di attività esercitata e dall’esistenza o meno di opere edilizie. (Il collegio ha ritenuto applicabile, nella fattispecie in esame, il concetto di perturbazione, quale presupposto ineludibile per l’applicabilità della normativa europea e nazionale in materia di valutazione d’incidenza. La vicenda afferisce all’installazione, nel piede dunale, di strutture precarie e amovibili nonché di arredi che, considerati unitariamente e complessivamente nella loro interezza, sono funzionali alla creazione ed allo svolgimento di vere e proprie attività turistico – ricreative all’aria aperta, capaci di fornire servizi ad una molteplicità di fruitori del mare. Da qui la necessità di sottoporre alla preventiva procedura di valutazione di incidenza tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma potenzialmente idonei ad avere incidenza significativa sullo stesso).

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Urbanistica.Confisca per lottizzazione abusiva e buona fede dell'acquirente

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 16 Settembre 2024
Visite: 1670

Cass. Sez. III n. 31818 del 5 agosto 2024 (CC 10 lug 2024)
Pres. Ramacci Rel. Mengoni Ric. Aracri ed altri
Urbanistica.Confisca per lottizzazione abusiva e buona fede dell'acquirente

In tema di confisca di immobile oggetto di lottizzazione abusiva, non può ritenersi automaticamente sussistente la buona fede dell'acquirente per il solo fatto che si sia rivolto per il rogito della compravendita ad un notaio, il cui intervento - sia per la possibilità di incomplete o mendaci dichiarazioni o documentazioni a lui rese o prodotte al fine di non fare emergere l'intento lottizzatorio, sia per l'eventualità di un contributo, doloso o colposo, del pubblico ufficiale alla realizzazione dell'evento illecito - non fa venir meno l'originaria illegalità dell'immobile, né può consentire all'acquirente, in dolo o in colpa, di godere di un bene di provenienza illecita e al costruttore abusivo di conseguire il proprio illecito fine di lucro. Analogamente, non costituisce argomento a sostegno della buona fede l'emissione - da parte del Comune - di cartelle per il pagamento dell’IMU o della TARI: come la prima, infatti, ha per presupposto il mero possesso dell'immobile, così la seconda si fonda sul solo fatto oggettivo dell'occupazione o della detenzione del locale o dell'area scoperta, a qualsiasi uso adibiti, prescindendo dal titolo, giuridico o di fatto, in base al quale l'area o il locale sono occupati o detenuti

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Urbanistica. La CEDU stabilisce che l'ordine di demolizione per costruzione illegale secondo la legge italiana è ripristinatorio e non punitivo

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Giurisprudenza CEDU
Pubblicato: 16 Settembre 2024
Visite: 1745

Corte EDU Sezione I 12 settembre 2024 Longo c/ Italia
L'ordine di demolizione per costruzione illegale secondo la legge italiana è ripristinatorio e non punitivo

Nella sua decisione nel caso Longo c. Italia (ricorso n. 35780/18), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato all'unanimità il ricorso inammissibile. La decisione è definitiva. Il caso riguardava un ordine di demolizione emesso nell'ambito di una sentenza del 1997 che condannava il sig. Longo per costruzione non autorizzata di un magazzino agricolo di 200 mq in Sicilia. La Corte ha ritenuto, in particolare, che sebbene l'ordine di demolizione in questo caso fosse stato emesso in ambito penale, il suo scopo fosse ripristinatorio – riportare il sito al suo stato precedente – e non punitivo. Dato ciò, non vi era stata alcuna "pena" ai sensi dell'articolo 7 della Convenzione (nessuna pena senza legge) e l'ordine di demolizione non poteva essere soggetto a prescrizione. La Corte ha respinto il ricorso basato su tale articolo.

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Danno ambientale.Associazioni portatrici di interessi ambientali ed interesse a ricorrere

Dettagli
Categoria principale: Danno Ambientale
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 16 Settembre 2024
Visite: 974

Consiglio di Stato Sez. IV n. 7033 del 7 agosto 2024
Danno ambientale.Associazioni portatrici di interessi ambientali ed interesse a ricorrere

Le associazioni portatrici di interessi ambientali, non iscritte nell’apposito elenco previsto dall’art. 18, comma 5, della legge n. 349 del 1986, devono dimostrare la presenza dell’interesse a ricorrere, ovvero la concreta ed attuale lesione della propria posizione soggettiva, la quale deve permanere dal momento della proposizione del ricorso fino alla fase finale della decisione. Occorre, da un lato, dimostrare il rapporto di prossimità tra chi agisce e l’opera oggetto del provvedimento impugnato nonché la relativa rappresentatività del territorio che si assume di rappresentare; dall’altro, dedurre un danno, ancorché potenziale che può derivare da tale atto e dall’opera in questione. La delibazione della concretezza e attualità della lesione della posizione soggettiva corporativa azionata in giudizio deve essere compiuta dal giudice con riferimento ai suoi profili collettivi, mediante il ricorso ad un criterio più attenuato.

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Ambiente in genere. AIA e prescrizioni del sindaco di cui agli art. 216 e 217 RD 1265-34 

Dettagli
Categoria principale: Ambiente in genere
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 16 Settembre 2024
Visite: 1358

Consiglio di Stato Sez. VII n. 7175 del 20 agosto 2024
Ambiente in genere. AIA e prescrizioni del sindaco di cui agli art. 216 e 217 RD 1265/34 

L’art. 29 quater, comma 5, del D. L.vo n. 152/2006, nel richiamare specificamente le “prescrizioni” del sindaco di cui agli articoli 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, esclude la possibilità che in sede di Conferenza di servizi, per il rilascio di una autorizzazione integrata ambientale, il sindaco possa esprimersi negando l’attivazione: ciò all’evidente fine di evitare che la decisione della suddetta Conferenza possa essere vincolata automaticamente, e quindi frustrata nelle sue competenze, per effetto del dissenso espresso dal sindaco ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/34. Una diversa previsione, del resto, sarebbe stata distonica con la natura della conferenza di servizi prevista dall’art. 29 quater del D. L.vo n. 152/2006, conferenza che è di tipo decisorio ed è caratterizzata dal fatto che la determinazione motivata di conclusione della conferenza, adottata dall'amministrazione procedente all'esito della stessa, può anche discostarsi dagli atti di dissenso acquisiti o espressi dalle amministrazioni partecipanti. Si deve quindi ritenere che il richiamo, da parte dell’art. 29 quater, comma 5, del D. L.vo n. 152/2006, alle “prescrizioni” ex artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/34, abbia la funzione di consentire al sindaco di indicare delle “prescrizioni”, o al limite di esprimere un dissenso che, tuttavia, al pari di tutti gli altri pareri o atti di assenso comunque denominati acquisiti dalla conferenza di servizi, possono essere superati dalla decisione conclusiva.

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Urbanistica.Illegittimità interventi che mutano sostanzialmente un immobile oggetto di condono

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 13 Settembre 2024
Visite: 1136
Cass. Sez. III n. 32281 del 8 agosto 2024 (CC 5 giu 2024)
Pres. Ramacci Est. Noviello Ric. Verdicchio
Urbanistica.Illegittimità interventiche mutano sostanzialmente un immobile oggetto del condono
Non possono essere effettuati interventi che mutano sostanzialmente l'immobile oggetto del condono; la domanda di sanatoria non può costituire lo strumento per legittimare interventi edilizi completamente diversi da quelli condonabili né lo si ripete, è possibile alterare la realtà delle cose mediante un sapiente e frazionato uso di interventi demolitori. Deve cioè sussistere una perfetta coincidenza tra l'opera esistente ed ultimata al 31 marzo 2003 (nei termini indicati dall'art. 31, comma 2, I. n. 47 del 1985) e quella effettivamente condonata, coincidenza che non consente di sfruttare il "condono" per sanare edifici totalmente diversi e nei quali la struttura esistente al 31 marzo 2003 abbia perso la sua individualità né tale coincidenza – stante il citato principio di unitarietà che è basilare nella materia edilizia – può essere artatamente ripristinata mediante chirurgiche operazioni, mirate e parziali di frazionamento.

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  • Ambiente in genere.Procedure di riesame dell’AIA e BAT
  • Rumore.Reato di cui all'art. 659 cp
  • Urbanistica.Caratteristiche della ristrutturazione edilizia
  • Urbanistica.Illegittimità della sanatoria condizionata alla esecuzione di interventi
  • Urbanistica.Revisione peggiorativa della destinazione urbanistica di un’area
  • Rifiuti.Natura permanente del reato di stoccaggio illecito
  • Urbanistica.Contributo di costruzione
  • Urbanistica.Demolizione e diritto alla salute
  • Sostanze pericolose.Registrazione valutazione autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche REACH
  • Urbanistica.Modifica destinazione d'uso con o senza opere 

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