Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Riflessioni conseguenti alla sentenza n. 752 del 19/12/2019 della Corte di giustizia UE sull’adozione di misure coercitive detentive nei confronti dei “pubblici ufficiali” responsabili di adottare misure di risanamento dell’aria
di Giulio DEL PRETE
TAR Veneto Sez. II n.124 del 4 febbraio 2020
Rifiuti.End of waste
La cessazione della qualifica di rifiuto, con conseguente sottrazione del materiale alla disciplina di tutela per esso prevista, costituisce operazione consentita solo se il materiale risultante dall’operazione di recupero, prima ancora di essere utilizzato e commercializzato come prodotto, rispetti tutti i requisiti previsti dall’art. 184-ter D.Lgs. 152/06, tra i quali, quello della sua idoneità a non arrecare pregiudizi all’ambiente. L’art. 29-sexies D.Lgs. 152/06 attribuisce all’autorità titolare del potere autorizzatorio il potere di imporre le prescrizioni necessarie a “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso”. A tale potere, che ha portata generale, non possono ritenersi sottratte le attività di recupero già autorizzate “caso per caso” svolte in forza di titoli non ancora scaduti, quand’anche tali titoli fossero ritenuti illegittimi, diversamente opinando risultandone irragionevolmente depotenziata la funzione tutoria assegnata ai regimi autorizzatori vigenti in materia ambientale.
Cassazione civile Sez. II n. 4459 del 20 febbraio 2020 (UD 10 dic 2019
Pres. Giusti Est. Giusti Ric.Ireti spa.
Acque.Sanzioni amministrative e competenze
La sanzione amministrativa conseguente all'apertura di uno scarico non autorizzato può essere applicata anche dalla Provincia delegata dalla Regione, ancorché il TU ambientale attribuisca la competenza alla Regione
Consiglio di Stato Sez. IV n. 1137 del 13 febbraio 2020
Danno ambientale.Spese di lite nelle controversie in materia ambientale alla luce del diritto europeo
La Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998 sull'accesso alle informazioni ambientali e le direttive applicative - che, in parte qua, non introducono precetti puntuali e inderogabili in capo agli Stati lasciando loro ampi margini di flessibilità applicativa - non comportano una deroga al principio della soccombenza di cui all’art. 26 c.p.a., posto che il pagamento delle spese di lite non configura una barriera all’accesso alla giustizia in materia ambientale, mentre il diritto UE mira principalmente a questo obbiettivo e solo in via riflessa alle difficoltà insite nella gestione del processo (segnalazione Avv. M. Balletta)
Cass. Sez. III n. 6510 del 19 febbraio 2020 (UP 6 nov 2019)
Pres. Ramacci Est. Andreazza Ric. Memoli
Urbanistica.Decorrenza prescrizione
La valutazione dell'opera ai fini della individuazione del dies a quo per la decorrenza della prescrizione deve riguardare la stessa nella sua unitarietà, senza che sia consentito considerare separatamente i suoi singoli componenti
Consiglio di Stato Sez. IV n. 1009 del 10 febbraio 2020
Urbanistica.Legittimazione ad impugnare atti riguardanti il regime urbanistico-edilizio di aree confinanti
La legittimazione ad impugnare atti riguardanti il regime urbanistico-edilizio di aree confinanti sussiste ogni qual volta il progettato intervento, pur concernente un'area che non appartiene al ricorrente, incida negativamente sui suoi beni, sì da comprometterne la fruizione o il valore. Dall'approvazione e dall'esecuzione delle scelte urbanistiche deve derivare al ricorrente un pregiudizio certo e concreto in relazione ai molteplici aspetti e ai vari interessi costitutivi della sua sfera giuridica. Ne consegue che, ai fini del radicamento delle condizioni legittimanti l'azione, è necessario che si verifichi uno specifico vulnus alla sfera giuridica dei soggetti che si trovano in una situazione di stabile collegamento con l'area interessata, cioé che l'intervento contestato abbia capacità di propagarsi sino a incidere negativamente sul fondo del ricorrente
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